Con costanza, passione e determinazione Lucio Viatori ripulì il terreno incolto di partenza, arricchì di sostanza organica il substrato con l’apporto di trucioli di legno e rinforzò i tratti ripidi e franosi, realizzando opere di consolidamento, sentieri, scalinate e ponticelli in legno. Con il suo innato pragmatismo decise di realizzare il laghetto all'interno del cratere scavato da una bomba della Grande Guerra e costruì un ingegnoso sistema d’irrigazione a caduta tutt'oggi funzionante.
Il professor Viatori ha sempre pensato che ciò che distingue il giardino da qualsiasi altra creazione umana è che esso deve essere un luogo destinato ad essere coltivato, cioè un’entità viva e vivente dove le piante, piuttosto che l’architettura, sono le protagoniste. Il suo amore per tutti i tipi di piante da fiore e la sua continua sperimentazione e ricerca per introdurre nuove varietà, hanno creato un luogo unico, un giardino botanico ricco di importanti collezioni, arrangiate in stile paesaggistico all'inglese.
Il giardino si presenta come un dolce collegamento fra tre livelli di terrazzamenti: l’accesso è nella parte alta della proprietà, dove un vialetto lastricato conduce alla casa ed all'ombrosa e sempre fresca valle delle azalee. Dal grande prato davanti alla casa si scende verso il laghetto delle ninfee e il roseto. Il livello più basso abbraccia l’intero lato sud-occidentale del giardino, da cui si risale poi mediante una scala interrata al belvedere sulla città.
Centinaia di rododendri ed azalee, collezioni di lillà, ortensie, spiree, viburni, osmanti, peonie, rose rampicanti, pruni e meli da fiore, ed un centinaio di magnolie caducifolie - l’ultimo grande amore del professore - si possono ammirare in fiore da marzo a giugno.
Tra le piante erbacee perenni e le bulbose, che completano le aiuole formando macchie dai colori spesso vivaci e contrastanti, spiccano cuscini fioriti di Phlox e lberis che assieme all'erica, ai bucaneve e ai narcisi annunciano la fine dell'inverno, e poi iris, peonie, Hemerocallis, Hosta, salvie, papaveri, Agapanthus, astri, gladioli, gigli, dalie e ciclamini, che dalla primavera accompagnano fino all'autunno.
L'eredità lasciata da Lucio Viatori non è solo nella materialità del suo giardino ma anche nell'insegnamento che ha voluto trasmettere: cioè che progettare o lavorare in giardino facendosi guidare dalle piante è un'esperienza che riapre la comunicazione e la mutua comprensione tra uomo e natura. Lucio ha sempre sostenuto che nel momento stesso in cui si gode del piacere di coltivare e di vedere crescere una pianta, ci si rende consapevoli dell'essere parte di un ciclo naturale, della sua lentezza rispetto ai ritmi umani, ma anche della sua intrinseca bellezza. Il giardino Viatori è così diventato, con la sua gioia dell'attesa di ogni stagione, una proiezione vivente verso il futuro, una sublimata esperienza di tempo, spazio e dedizione.
Amici del Giardino Lucio Viatori